Descrizione
Nel corso di vent’anni di attività (1997-2017) nella Comunità terapeutica di via Montesanto a Roma, Giorgio Villa riflette sul lavoro riabilitativo dei pazienti con disabilità mentale dopo la legge Basaglia e la chiusura dei manicomi che hanno cambiato il nostro paese e il nostro rapporto con la follia. Attraverso il racconto di casi emblematici, VIlla affronta alcune tematiche centrali della diagnosi e cura della malattia mentale e illustra alcune sfide del lavoro dello psichiatra e degli operatori sanitari, quali il trattamento di persone borderline, la morte, l’elaborazione del lutto, la formazione e la dimensione antropologica nel lavoro con i nuclei famigliari.
“Il tenace lavoro in Comunità terapeutica permette di costruire una sorta di neo cultura che costituisce un innesto dal quale si può partire per progettare concretamente (e modestamente) percorsi di vita: per esempio gli oggetti, siano essi solo una fotografia, un soprammobile, sono marcati nel loro significato all’interno di ‘storie che curano’”.
Giorgio Villa è psichiatra e antropologo, vive e lavora a Roma dove ha diretto la Comunità Terapeutica di via Montesanto fino al 2017. Ha partecipato con Romano Mastromattei alla ricerca sul campo sulla condizione estatica nello sciamanismo siberiano e centroasiatico con spedizioni in Nepal e in Macedonia sul sacrificio neo-greco e il culto degli Anastenarides ed ha insegnato dal 1986 al 1989 Antropologia culturale presso l’Università di Urbino. Tra le sue pubblicazioni: Dimagrire con la psichiatria (Exorma 2011) e Psicosi e violenza. Le ambiguità della cura psichiatrica con Gianluigi Di Cesare e Alessandro Grispini (Carocci 1998).
Rassegna stampa
- Luigi Manconi, Nessuno ha cercato di salvare Matteo Tenni, La Repubblica, 9/11/2021