Descrizione
vivere significa essere cacciati
Gli asini arrivano al numero 100 ma non c’è molto da festeggiare. La guerra in Europa continua e le classi dirigenti non sembrano voler contenere le pulsioni belliche, ci aspettano probabilmente mesi difficili su molte questioni; to live is to be hunted scriveva Philip K. Dick e, dalla crescente scarsità d’acqua dovuta al cambiamento climatico e alle politiche agricole, all’aumento del costo dell’energia, fino allo scadimento continuo del dibattito politico e del mondo dell’informazione, le minacce non mancano. Come rivista, siamo impegnati in un processo di ripensamento, necessario in questa fase di trasformazione e di crisi.
Le aperture di questo numero ci portano in Russia, a Lesbo, in Algeria: un discorso di Alla Gutnikova, studentessa e attivista russa, pronunciato al termine di un anno di prigionia e tradotto per noi da Francesca Stefanelli; una nuova corrispondenza di Velania A. Mesay dal campo profughi di Lesbo, che descrive le terribili conseguenze psicologiche dovute alle sofferenze quotidiane e le violenze gratuite vissute da migliaia di richiedenti asilo in Europa; un’intervista di Lamine Ammar-khodja a Maya Ouabadi, tradotta da Andrea Brazzoduro, sulla nascita di una nuova rivista femminista algerina. Inoltre, Lucio Gentili ci propone una ampia panoramica delle politiche degli stati europei e dell’Ue sulla gestione dell’acqua, tra privatizzazioni e ripubblicizzazioni.
Il dossier di questo numero riguarda la finanza nei suoi rapporti con la società, il welfare e il lavoro educativo e sociale. Valentina Moiso analizza come le logiche finanziarie siano pervasive anche nella vita quotidiana e afferma che il problema crescente dell’indebitamento vada affrontato a livello politico e non individuale; Franco Abidah si occupa del rapporto tra fondazioni bancarie e lavoro sociale, invitando a riflettere sul senso di subalternità e gratitudine di molte organizzazioni di terzo settore nei confronti di questa filantropia; Marco Zurru ci informa sugli squilibri territoriali del sistema bancario italiano, cresciuti negli ultimi anni a favore delle banche del Nord. Proponiamo anche due interviste: Nico Benettazzo ha parlato di assicurazioni e mutualità con Giovanni Notarangelo e Mimmo Perrotta, mentre Laura Prota ha incontrato Peru Sasia, vicepresidente del consiglio di amministrazione di Banca Etica, per fare il punto sulla finanza etica in Italia e in Europa e mettere in guardia dai rischi di green, social ed ethical washing. A chiusura del dossier, ancora Valentina Moiso mostra i risvolti colpevolizzanti dei progetti di “educazione finanziaria” rivolti ai poveri.
Una rivoluzione sarebbe necessaria e, per “Poco di Buono”, Mauro Boarelli legge il libro di Enzo Traverso che alla storia della rivoluzione è dedicato; Paola Splendore cura per noi una selezione di poesie di Pascale Petit dedicate ai dipinti di Frida Kahlo; Jacopo Abballe ci parla di come sia impossibile guardare e parlare di Cinema nelle aule, dove persino un cineforum deve andare incontro agli ingranaggi farraginosi della burocrazia italiana; infine Gabor Toth e Fabrizio Toth ritraducono uno dei più bei racconti di Tibor Déry, Amore, di sconvolgente attualità politica.
Aprile è stato davvero il mese più crudele: ci ha strappato tre persone per noi importanti che vogliamo ricordare: Alessandra Mauro racconta Letizia Battaglia – le cui fotografie aprono e chiudono questo numero della rivista –, Goffredo Fofi omaggia Piergiorgio Bellocchio, amico e condirettore dei “Quaderni piacentini” e Vittorio Giacopini ricorda lo straordinario uso della fantascienza per parlare del presente di Valerio Evangelisti.
In allegato per gli abbonati a questo numero 100 I morti di James Joyce, “il più bel racconto che sia stato scritto nel Novecento” secondo Romano Bilenchi.
Le illustrazioni e la copertina di questo numero sono di marco galli
Le foto sono di Letizia Battaglia