Descrizione
caminante no hay camino, se hace camino al andar
Gli Asini, come casa editrice e come rivista, sono in un momento di grande trasformazione, di cui daremo ai lettori notizie più precise nei prossimi numeri. Mentre attorno a noi tutto sembra cambiare a ritmi rapidissimi e radicalmente in peggio, sappiamo che, come scriveva Antonio Machado, non c’è un sentiero già tracciato e che, per conoscerlo e costruirlo, dovremo percorrerlo.
Ci aiutano a comprendere quali sono le difficoltà e le sfide, e quali i compiti che ci aspettano, GIANCARLO GAETA e VITTORIO GIACOPINI, nei due articoli di apertura di questo numero.
Una delle difficoltà maggiori riguarda la comprensione di dove ci sta portando la guerra in corso in Ucraina, come ci avverte Giacopini. Proviamo quindi qui ad approfondire alcune conseguenze di questa guerra, con NORA MCKEON, che analizza le narrazioni sulla “crisi alimentare” che sarebbe dovuta alla guerra e alle difficoltà di commercializzare i cereali ucraini e russi e che è invece da collegare alle contraddizioni strutturali dei sistemi agroalimentari globalizzati, e con PIETRO FAORO, che descrive come il sistema di “accoglienza” italiano abbia risposto all’arrivo di rifugiati dall’Ucraina (e dall’Afghanistan); inoltre, PIPPO GURRIERI ci aggiorna sulla mobilitazione contro il Muos a Niscemi, in Sicilia e, a partire ancora dal movimento No Muos, FEDERICA FRAZZETTA riflette sull’incontro necessario tra movimenti pacifisti e antimilitaristi e mobilitazioni ambientaliste.
La necessaria transizione ecologica è un’altra delle questioni più urgenti del nostro presente. Ce lo ricorda VITTORIO SERGI, raccontando la terribile alluvione avvenuta nelle Marche a metà settembre e la reazione di centinaia di volontari, e ce lo ricordano ENZO FERRARA e MARINO RUZZENENTI, che guardano critici al dibattito politico, culturale e scientifico degli ultimi mesi. CHIARA MAZZOLENI ci informa invece di nuove devastazioni del territorio in Veneto (nonostante la – o forse a causa della – legge sul consumo di suolo), dovute a nuovi progetti di poli logistici, e LAURA CENTEMERI legge per noi Questo Pianeta di Laura Conti, un testo importantissimo per l’ambientalismo italiano, appena ripubblicato dopo anni di oblio.
Settembre è stato anche il mese delle elezioni politiche, che hanno portato di nuovo la destra al governo. Ce ne parlano MAURO BOARELLI, che punta l’attenzione sugli altissimi livelli di astensione, PIERGIORGIO GIACCHÉ, che si chiede quanto durerà il consenso per Giorgia Meloni, e BRUNO MONTESANO, che già cerca tracce dei movimenti che si opporranno al nuovo governo postfascista.
Delle contraddittorie sovrapposizioni tra lavoro sociale e attivismo ragionano poi SAVINO REGGENTE, che si interroga sulla consapevolezza che gli operatori dell’accoglienza hanno rispetto alle proprie condizioni di lavoro, EMMA FERULANO, che ripercorre venti anni di attività sociale a Scampia, e CRISTIANO FERRARO, che racconta la crescita e la maturazione di un centro sociale in un quartiere popolare di Napoli.
Apriamo Poco di buono con un omaggio di LIVIA APA ad ANA LUÍSA AMARAL, poetessa portoghese, scomparsa lo scorso agosto, di cui proponiamo alcuni versi. GIULIANO BATTISTON ha intervistato lo scrittore e giornalista FRANK WESTERMAN e ha discusso con lui di scienza e archeologia, verità e umanità, mentre LUDOVICO CANTISANI ha visto per noi i docufilm di Emanuele Mengotti sugli Stati Uniti.
Festeggiamo il nobel per la letteratura ad Annie Ernaux, riproponendo alcuni contributi pubblicati negli scorsi anni sulla scrittrice francese, di ROBERTA MAZZANTI, FEDERICA LUCCHESINI e GOFFREDO FOFI.
In chiusura di numero, SOHEILA JAVAHERI, scrittrice e intellettuale iraniana, esprime la sua rabbia e la sua preoccupazione per la repressione delle manifestazioni in Iran.
Le fotografie di questo numero sono di SIMONE DONATI
Le immagini sono di ARMIN GREDER