Descrizione
“Il nodo di fondo della riflessione rimane un altro: la ricostruzione di un nuovo mondo, dal momento che quello che avevamo è andato distrutto e che il nuovo è anche peggiore, secondo nuove regole. Ma insieme a chi avviare una simile opera di ricostruzione? E poi: è possibile ricostruire rimanendo alla larga dal potere? Come contemplare una nuova obbedienza che non obbedisca al vecchio né al nuovo autoritarismo? Esistono zone franche?”
A cura di Nicola Villa e con un ricordo di Goffredo Fofi.
Tra le cose che più ci mancano di Alessandro Leogrande, scomparso improvvisamente nel novembre del 2017, non c’è solo il suo impegno di scrittore e militante in difesa degli ultimi e di quelle che Gramsci
chiamava le “classi subalterne”, in particolare degli immigrati. C’è anche un acutissimo sguardo di analista politico, in tempi sempre più complicati e più sciocchi, quelli berlusconiani e post-berlusconiani, che ci siamo trovati a vivere.
In questi scritti – editoriali, interventi e polemiche apparsi sulla rivista Lo straniero tra il 1998 e il 2017 – si affrontano vent’anni di vita politica italiana. I testi di Alessandro Leogrande hanno una caratteristica
difficile da trovare in altri opinionisti e saggisti: la ricerca di una risposta razionale e attiva alla profusione dei discorsi del potere e alla passività della sinistra.
Rassegna stampa
- “Vedi alla voce intellettuale e militante. Tre anni fa moriva Alessandro Leogrande. Un libro raccoglie i suoi scritti politici” di Emiliano Morreale su Il venerdì di Repubblica, 24.12.2020